mercoledì 15 febbraio 2012

ODISSEA 1.20

Odisseo“Prudente Nestore, intenso orrore provai giungendo nelle terre di Antifate, sovrano dei Lestrigoni, mangiatori di uomini! Solo grazie alla Prudenza ne uscii vivo... Ma come può un uomo mangiare un suo simile? Quale pulsione spinge a tale atrocità?”.
Nestore: “O amico dall'agile mente, gli uomini sono animali, e anche la conoscenza spesso non riesce  a trasformarli in Uomini. Gli dei guardano indifferenti questo scempio, perché esso è insito nell'uomo e solo grande saggezza ed equilibrio possono, e non sempre!, dare all'Uomo anima e non soltanto animalità”.

Così si dice abbia detto l'Uomo

lunedì 13 febbraio 2012

ODISSEA 1.19

Odisseo“Uomo ambiguo fu Teseo, padre di Acamante, mio compagno nella guerra contro Ilio. Fu un grande Eroe, fondatore degli Ioni, e divenne leggenda uccidendo il Minotauro. Eppure si rivelò un uomo leggero e stolto che provocò la morte del padre Egeo, per una inammissibile dimenticanza, una promessa mancata, che è segno di mediocrità. O saggio Nestore, qual è la tua opinione su questo personaggio?”.
Nestore: “Astuto Odisseo, nell’animo di ognuno di noi dialogano una parte nobile e virtuosa ed una viziosa e ignobile. I grandi Uomini riescono quasi sempre a vivere in sintonia con la prima, ma i più giacciono compiaciuti con la seconda. Del resto, o nobile Re di Itaca, pensa allo stesso Icaro, figlio del geniale Dedalo, costruttore del labirinto donde uscì Teseo vittorioso: tanto ingegnoso e moderato fu il padre nel costruire le ali di cera con cui egli ed il figlio uscirono dal labirinto, quanto fu stolto ed ebbro dell’invenzione il figlio, che pagò la sua leggerezza con la morte. In noi si alternano luce ed ombra, ed incerto è il nostro sentiero”.

Così si dice abbia detto l'Uomo

domenica 12 febbraio 2012

ODISSEA 1.18

Odisseo: "O saggio Nestore, quanta gioia, al mio ritorno, io celato sotto altre vesti, mi diede il divino porcaro Eumeo, figlio del re Ctesio Ormenìde, allevato nella mia casa come servo, ma in tutta verità considerato Uomo giusto e nobile, fedele difensore delle mie proprietà e custode delle Virtù che i pretendenti stavano violando, immondando la mia Casa della loro presenza. Fiero di lui sono stato e sarò per sempre: ora siede con me a tavola, nuovo virtuoso Figlio!".
Nestore: "Caro giovane amico, come vedi la Virtù sceglie l'Uomo giusto, sia egli servo o uomo libero. E l'Uomo giusto, sia egli servo o uomo libero, sceglie la Virtù come compagna e con Essa procede nella vita. La scelta ha reso il divino Eumeo libero, perché scegliere è ciò che differenzia la bestia dagli uomini. Ecco perché, o astuto Odisseo, nella tua Casa trovasti Melanzio, tracotante e viscido servo, che morì da infame, e al contempo Eumeo, fedele e modesto, che giungerà alle soglie dell'Ade da Uomo libero e circondato da Onore".

Così si dice abbia detto l'Uomo

sabato 11 febbraio 2012

ODISSEA 1.17

Odisseo: "Caro amico, ricordi ancora il giorno in cui mio figlio, l'animoso Telemaco, giunse a Pilo, chiedendo di me, e tu lo accogliesti con onore ed ospitalità? Che cosa vedesti negli occhi intrepidi di mio figlio?".
Nestore: "O Odisseo, determinazione e coraggio, temperanza e xenia, vidi in quel giovane, illuminato da Atena, che a me giunse per avere notizie sul grande Distruttore di Rocche, non mosso da un vano pianto per il padre disperso, ma pronto a ritrovarlo per lottare insieme a lui contro gli usurpatori del Trono di Itaca. Io lo accolsi con calore e, intrattenendomi con lui, gli narrai della guerra passata e del ritorno in patria, e della Gloria che l'Astuto Odisseo si era guadagnato tra gli Achei. Infine, non potendo soddisfare la sua richiesta, lo inviai insieme a mio figlio Pisistrato da Menelao, di cui seppi che, dopo avere vagato sette anni, concluse felicemente il suo viaggio con il rientro a Sparta".

Così si dice abbia detto l'Uomo

venerdì 10 febbraio 2012

ODISSEA 1.16

Odisseo: "Il vile Paride fu causa della morte di due grandi eroi come il fratello Ettore domatore di cavalli e il Pelìde Achille e cagione di una guerra durata dieci anni e portatrice di grande lutto! Perché i piccoli uomini talvolta producano sì grandi conseguenze, o saggio Nestore, mi è oscuro".
Nestore: "O Laerziade, anche gli uomini pavidi sono imbrigliati nelle maglie del Fato, che ora ampliano a dismisura ora riducono al nulla l'azione tanto degli Eroi quanto dei vili e dei profittatori. Nondimeno, Paride fu causa di gloria per gli Achei luminosi, non solo di morte e inganno. Atena e Dike tessono la tela insieme con Fato".

Così si dice abbia detto l'Uomo

giovedì 9 febbraio 2012

ODISSEA 1.15

Odisseo: "O prudente Nestore, molte volte sono stato tacciato di hýbris e in parte percepisco vera questa accusa, in ragione della quale, i posteri, forse mi ricorderanno. Eppure essa è in me, io sono parte di Lei, io la sento mia. E forse peggior qualità non esiste nell'Uomo".
Nestore: "La mia opinione, o distruttore di rocche, è che l'Hýbris non sia in sé una cattiva qualità, almeno non tanto quanto la si ritenga tale tra i timorosi figli degli Achei. L'uomo forte e coraggioso credo debba intingere il suo agire nell'hýbris, laddove una mancanza di questa si riveli un freno divino alla conoscenza e all'eccezionalità delle imprese degli Uomini degni, sulle Terre e sui Mari. Costoro non devono temere Némesis. Piuttosto l'uomo mediocre, che nella superbia e nella tracotanza tenta di fondare, senza utilità, per puro piacere, la forza del proprio agire, deve temere l'ira divina, perché si è voluto figurare qual dio tra Uomini virtuosi, laddove è solo un'ombra ingannevole destinata ad aleggiare nei Tempi, inquieta erede della punizione divina".

Così si dice abbia detto l'Uomo

mercoledì 8 febbraio 2012

ODISSEA 1.14

Odisseo: "Saggio Nestore, Re di Pilo dalla lunga barba, che cosa puoi dirmi del Regno di Ade, cui mi affacciai nelle mie peregrinazioni per interrogare l'ombra di Tiresia il tebano e incontrai mia madre, ombra anch'ella tra le ombre, che per tre volte cercai di abbracciare, ma ogni volta, come in un sogno tormentato, scivolò via!".
Nestore: "Amico caro, insolitamente loquace, Ade, figlio di Crono e di Rea, fratello di Zeus e Poseidone, si sedette sul trono degli Inferi in epoche lontane e da lì domina caverne e lande oscure e misteriose, dove soggiornano senza tempo le ombre degli Uomini, veleggiando eterne e assenti, nell'attesa di un richiamo alla coscienza da parte di esseri temerari che, come te, o magnifico Odisseo, invocano con il sangue la loro Parola. Non con essi è il corpo mortale, né l'anima e per questo non potesti dare conforto alla tua dolce Madre. Possono, se richiamati con il sangue, come tu feci recandoti al confine dell'Oceano, nel paese dei Cimmeri, interloquire con i Mortali. Ma, severo amico, dirti non so se la Parola così evocata sia vera o foriera di menzogna. E dunque non ti crucciare della profezia di Tiresia e segui la virtù e la conoscenza che qui, adesso, e non nel regno di Ade, brillano con vigore e fanno di un uomo un Uomo".

Così si dice abbia detto l'Uomo

martedì 7 febbraio 2012

ODISSEA 1.13

Odisseo: "Poseidone, scuotitore della Terra e delle Lande Marine, più volte tentò di imbrigliarmi tra le onde e rubare il mio soffio vitale. Non meno ostile mi fu uno dei suoi orrendi figli, Polifemo, che meritò la cecità per aver violato xenia e divorato i miei compagni. Ancora adesso, qui, seduto innanzi ai flutti della sera, intenso e profondo è il mio odio verso il Re delle tempeste".
Nestore: "Amico dall'agile mente, è inutile sprecare odio verso gli Dei o le Forze che muovono il Cosmo. Sia gli Uomini sia gli Dei vivono sottomessi al giogo stretto nelle mani del Fato, figlio di Caos e della Notte, cui neppure l'odiato Poseidone può opporsi. Placa dunque il tuo odio e godi della brezza marina".

Così si dice abbia detto l'Uomo

lunedì 6 febbraio 2012

ODISSEA 1.12

Odisseo: "Prudente Nestore, ti narrai di Calipso che per sette anni mi amò sull'isola di Ogigia, amò quest'uomo che rifiutò l'Immortalità, desiderando Itaca più di ogni altro dono sulle Terre e sui Mari. Talvolta sento il grecale che mi narra di Calipso, della sua isola lontana, dove ella credo stia ancora piangendo per me, e un che di malinconico mi assale. Chiesi il giusto per me. Ma per lei? Davvero meritai il ritorno a Itaca?".
Nestore: "Luminoso amico, in ogni uomo vivono tanti uomini e su ogni Terra e Mare soffiano multiformi venti che vibrano del tempo che è stato. Eppure, divino Odisseo, gli uomini devono scegliere e negato ai molti è il ritorno al focolare. Fu giusta la tua scelta? Solo nel presente sta la risposta, non ti crucciare per ciò che fu e che più non è".

Così si dice abbia detto l'Uomo

domenica 5 febbraio 2012

ODISSEA 1.11

Odisseo: "Nettare di Dioniso è il vino pazzo che suole spingere anche l'uomo molto saggio a intonare una canzone, e a ridere di gusto, e lo manda su a danzare, e lascia sfuggire qualche parola che era meglio tacere... molto mi fu utile la preziosa e dolce ambrosia nelle mie passate peregrinazioni".
Nestore: "Non solo utile, o Figlio di Laerte, è il vino scuro, rivelatore di cose nascoste: esso è talvolta ultima consolazione per l'uomo debole, dono di follia di una divinità straniera dalla nascita travagliata e oscura".

Così si dice abbia detto l'Uomo

sabato 4 febbraio 2012

ODISSEA 1.10

Odisseo: "Tra gli uomini sono noto quale Astuto, ma tra le genti memorabile è Penelope, dolce moglie che non solo ebbe il dono dell'Astuzia, ma coltivò la virtù della Fedeltà".
Nestore: "O espugnatore di città, le tue parole sono giuste e degne. Figlia di Icario, nobile regina e moglie devota, Penelope sia esempio per ogni donna: le ancelle che in cuor loro coltivano il tradimento siano espulse dalle case degli uomini onesti e gettate ai cani".

Così si dice abbia detto l'Uomo

venerdì 3 febbraio 2012

ODISSEA 1.9

Odisseo: "Il Pelìde Achille, amico dai biondi capelli ardenti, fu un grande eroe nella caduta di Ilio e splende nella mia casa la sua armatura. Il Fato, o saggio Nestore, purtroppo, sottrae gli uomini migliori al tempo che muove sotto la splendida luce dell'Auriga del cocchio solare".
Nestore: "Al Fato, figlio del Caos e della Notte, nessuno può sottrarsi. Ma, mio scaltro compagno, il filo della vita del piè veloce Achille, grande amico di mio figlio Antiloco, non fu spezzato solo dal Fato ma, in parte, dalla scelta tua e mia, quando andammo alla ricerca del grande eroe e, grazie all'astuzia, tu lo riconobbi a Sciro, da Licomede; e in parte dallo stesso figlio di Peleo e Teti, quando, ignorando l'implorazione di quest'ultima, egli decise di versare il sangue dei nemici a Ilio, per vivere nella gloria di Crono".

Così si dice abbia detto l'Uomo

giovedì 2 febbraio 2012

ODISSEA 1.8

Odisseo: "Meravigliosa e magnifica è la tecnica, arte suprema di Efesto, mia inscindibile compagna nel viaggio che durò vent'anni! Perigliosa e incerta è la filosofia, che parla del mare, dei regni e del cielo, senza osare mai trapassarli!".
Nestore: "Accorto Odisseo: vero, la tecnica è fondamentale per l'uomo nell'azione e nel navigare. Ma non dimenticare quanto da te stesso dovuto ad Atena che, nella guerra degli uomini, mise la sapienza, la saggezza, le arti. Alla fine del proprio viaggio, o uomo astuto, è la filosofia la bussola più possente".

Così si dice abbia detto l'Uomo

mercoledì 1 febbraio 2012

ODISSEO 1.7

Odisseo: "O saggio Nestore! Ben furono trafitti dal mio arco possente i pretendenti al trono, violentatori di xenia e osceni banchettatori!".
Nestore: "Sì giusta fu la tua azione, nobile Odisseo, quale quella del giardiniere che, nell'arte del potare, estirpa la gramigna e le piante parassite. Tale arte dovrebbe intendersi tra gli uomini al governo, siano di regni o di città".

Così si dice abbia detto l'Uomo