sabato 13 dicembre 2008

Ooooooh - stop

... With your feet in the air and your head on the ground
Try this trick and spin it,
yeah Your head will collapse
But there's nothing in it
And you'll ask yourself

Where is my mind [...]

domenica 30 novembre 2008

Goodnight Moon





There's a nail in the door
And there's glass on the lawn
Tacks on the floor
And the TV is on
And I always sleep with my guns
When you're gone

There's a blade by the bed
And a phone in my hand
A dog on the floor
And some cash on the nightstand
When I'm all alone the dreaming stops
And I just can't stand

What should I do I'm just a little baby
What if the lights go out and maybe
And then the wind just starts to moan
Outside the door he followed me home

Well goodnight moon
I want the sun
If it's not here soon
I might be done
No it won't be too soon 'til I say
Goodnight moon

There's a shark in the pool
And a witch in the tree
A crazy old neighbour and he's been watching me
And there's footsteps loud and strong coming down the hall
Something's under the bed
Now it's out in the hedge
There's a big black crow sitting on my window ledge
And I hear something scratching through the wall

Oh what should I do I'm just a little baby
What if the lights go out and maybe
I just hate to be all alone
Outside the door he followed me home
Now goodnight moon
I want the sun
If it's not here soon
I might be done
No it won't be too soon 'til I say
Goodnight moon

Well you're up so high
How can you save me
When the dark comes here
Tonight to take me up
To my front walk
And into bed where it kisses my face
And eats my head

Oh what should I do I'm just a little baby
What if the lights go out and maybe
And then the wind just starts to moan
Outside the door he followed me home
Now goodnight moon
I want the sun
If it's not here soon
I might be done
No it won't be too soon 'til I say
Goodnight moon
No it won't be too soon 'til I say
Goodnight moon


Shivaree, who're them?

martedì 18 novembre 2008

CMC oltre il testo e le emoticons...

Linko ad un intervento molto efficace di Luca Chittaro tenuto al convegno "I linguaggi del sapere", Torino, 10 Novembre 2008.
L'intervento è significativo perché divulga in modo estremamente 'visivo' ed 'iconico' i problemi relativi all'interazione mediata dal computer nella trasformazione degli usi dalla chat esclusivamente scritta a quella introducente canale audio e video. E focalizza i punti essenziali della ricerca in merito a questo passaggio.

Tutti gli interventi del convegno si trovano invece sul sito del CSI-Piemonte, principale organizzatore de 'I linguaggi del sapere'.

Ecco un link per chi volesse conoscere qualcosa in più su Luca Chittaro e le sue attività di ricerca.

domenica 19 ottobre 2008

Gangster's Paradise - Coolio (reason about that)

Questa sera è per questo testo.
Scaricatevi la canzone
come volete :-)


Ecco il testo (giusto per ricordar(ci)e che "Pastime Paradise", contraddistinto da una base soul moderata e dagli arrangiamenti d'archi, e diventato nel 1995 uno most-listened di Coolio, con il titolo di "Gangsta' Paradise", è ab origine eredità di Steve Wonder...).


As I walk through the valley of the shadow of death
I take a look at my life and realise there's nuthin' left
'Cuz I've been blasting and laughing so long, that
Even my mama thinks that my mind is gone
But I ain't never crossed a man that didn't deserve it
Me be treated like a punk you know that's unheard of
You better watch how you're talking, and where you're walking
Or you and your homies might be lined in chalk
I really hate to trip but i gotta loc
As I Grow I see myself in the pistol smoke, fool
I'm the kinda G the little homies wanna be like
on my knees in the night, saying prayers in the streetlight.

Been spending most their lives, living in the gangsta's paradise
Been spending most their lives, living in the gangsta's paradise
Keep spending most our lives, living in the gangsta's paradise
Keep spending most our lives, living in the gangsta's paradise


The getto situation, they got me facin'
I can't live a normal life, I was raised by the stripes
So I gotta be down with the hood team
Too much television watching got me chasing dreams
I'm an educated fool with money on my mind
Got my tin in my hand and a gleam in my eye
I'm a loc'd out gangsta set trippin' banger
And my homies is down so don't arouse my anger, fool
Death ain't nothing but a heartbeat away,
I'm living life, do or die, what can I say
I'm 23 now, but will I live to see 24
The way things are going I don't know


Tell me why are we, so blind to see
That the one's we hurt, are you and me

Been spending most their lives, living in the gangsta's paradise
Been spending most their lives, living in the gangsta's paradise
Keep spending most our lives, living in the gangsta's paradise
Keep spending most our lives, living in the gangsta's paradise

Power and the money, money and the power
Minute after minute, hour after hour
Everybody's running, but half of them ain't looking
What's going on in the kitchen, but I don't know what's cookin'
They say I gotta learn, but nobody's here to teach me
If they can't undersstand it, how can they reach me
I guess they can't, I guess they won't
I guess they front, that's why I know my life is out of luck, fool


Been spending most their lives, living in the gangsta's paradise
Been spending most their lives, living in the gangsta's paradise
Keep spending most our lives, living in the gangsta's paradise
Keep spending most our lives, living in the gangsta's paradise
Tell me why are we, so blind to see
That the one's we hurt, are you and me
Tell me why are we, so blind to see
That the one's we hurt, are you and me

Ecco l'originale:


venerdì 17 ottobre 2008

Papa, scienza, fede, fiducia e politica

Esce oggi su Repubblica un breve articolo dal titolo, certo provocatorio, "Scienza spesso arrogante guidata da facili guadagni", nel quale, re-cito papale papale, il Papa Benedetto XVI, al secolo Joseph Alois Ratzinger, mette in guardia contro la tentazione della scienza moderna di seguire, anzichè il benessere dell'umanità, "il facile guadagno o, peggio ancora, l'arroganza di sostituirsi al Creatore". Una forma di "hybris", di arroganza, che può assumere - ha ammonito Ratzinger - "caratteristiche pericolose per la stessa umanità".

Sta bene. In molti casi è vero. Lo si sente e lo si dice ormai da sempre. Quindi ben venga che la guida spirituale della Santa Sede, che ha il ruolo di orientare alla Verità Unica i nostri poveri spiriti, continui ad intervenire come freno inibitore (a senso unico peraltro) verso la disgraziata umanità accecata e prometeica.

Continua l'articolo:
'Fides e Ratio': Benedetto XVI è tornato oggi ad esaltare il valore della ricerca scientifica a servizio del progresso dell'umanità, ma allo stesso tempo ha anche ricordato che "la scienza non è in grado di elaborare principi etici. Può solo accoglierli in sè e riconoscerli come necessari per debellare le sue eventuali patologie" (nota mia: non lo dice solo il Papa; lo dicono i filosofi della scienza; Umberto Galimberti ha raccolto in alcuni suoi testi diversi interventi sul tema e decine -centinaia- di altri). Per questo, spiega ancora, la scienza non può fare da sola: "Filosofia e teologia diventano, in questo contesto, degli aiuti indispensabili con cui occorre confrontarsi per evitare che la scienza proceda da sola in un sentiero tortuoso, colmo di imprevisti e non privo di rischi".

Oh, sono d'accordo. Ora vengo al punto. Questa introduzione lunga lunghetta non è finalizzata al commento della nota sopra citata di Repubblica, che ha lo scopo di elencare, di fornire spot informativi sintetizzando, come ogni buona nota informativa della "sezione esteri" di un quotidiano. Non (mi) serve per commentare nulla del mondo 'soggettivo' da un lato, 'politico' dall'altro di Papa nostro.

Questo articolo, è utile memo che mi ha dato il 'la' per far convergere l'attenzone sulla lettura di un altro articolo, quest'ultimo di analisi e approfondimento, ospitato su La Stampa del 12/10/2008, dal titolo "L'uomo senza pecunia", la cui autrice, giornalista analista e scrittice Barbara Spinelli, rileva, rimandando ad una ben nota poesia di Heinrich Heine, un aspetto davvero interessante della visione del mondo di Papa nostro. Un Papa che "non ha parole per descrivere l’inverno di tutto un mondo", e che così non può che recitare:

"Tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. E così tutte queste cose, che sembrano la vera realtà sulla quale contare, sono realtà di secondo ordine. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia. Solo la Parola di Dio è fondamento di tutta la realtà".

Amen.
Ora però, diffondendo pubblicamente, cioé verso chi vive tutti i giorni il proprio giorno sino a sera e il successivo e l'altro che segue ancora, le riportate parole, Sua Santità rileva (anzi fa vibrare) l'intimo sentire di una incapacità, una im-potenza di fondo, probabilmente quella che percepisce, intimanente, nel proprio intelletto, e che, in quanto tradita e raccontata dal "per molti Supremo Portavoce della Verità Unica", fa riflettere sul senso stesso della Chiesa un po' lontana dal 'povero cristo'-leggasi-uomo-comune. Amen. Ritorneranno a riempirsi le chiese delle italiane genti? Le piazze si svuoteranno?
Questo non è importante.
Ma che la s-fiducia nel mondo delle cose venga ad essere, in fondo in fondo, utilizzata come la rinnovata (!) pubblicità per il consumatore cattolico del Terzo Millennio e, quindi, come invito per il ritorno alla Comunità operosa di una qualche (a me non chiara) "visione" del Cristianesimo, bé, mi si permetta, è un po' un fallimento tanto per 'i pubblicitari con la papalina' quanto e, questo mi dispiace davvero tanto, per tutti i cristiani (cattolici e non) attivi ed esposti ogni giorno.

Per concludere da dove ho iniziato, cito un altro pezzo dell'articolo di Repubblica. Che riporta ancora un pensiero del Papa.

Sebbene l'attività della Chiesa "non possa confondersi con l'attività politica", essa "offre all'insieme della comunità umana il suo contributo attraverso la riflessione e i giudizi morali anche su quelle questioni politiche che investono in modo particolare la dignità della persona", ha detto il Papa, incontrando in Vaticano i vescovi dell'Ecuador in periodica visita 'ad limina apostolorum'.

Amen. E auguri.

martedì 14 ottobre 2008

Convenzioni (sociali)

Le convenzioni sociali.
Ne sono
stufo.

"Come stai?"
"Beeeene, e tu?"

E se non rispondi tipo "
Bene, tutto ok et similia"... è LA VIOLAZIONE delle sacre leggi di Madre Terra e Padre Cielo.

Santo cielo, ma basta!
Insomma,
una pratica semplice per evitare certe domande sta poi solo nel cambiarle!

Pertanto non chiedetemi come sto. Non più, grazie.

domenica 7 settembre 2008

CERN 'on the rap' (Large Hadron Rap)

Lavoro davvero ben fatto che, anche se non sarà comprensibile al pubblico tutto, in quanto 'rappa' concetti che non tutti mastichiamo quotidianamente, è un eccellente mix di auto-ironia, divulgazione scientifica e politica di promozione della scienza. Bravi!!!




Per rimanere aggiornati sull'esperimento del secolo... visitare il sito del Cern!

martedì 2 settembre 2008

sabato 30 agosto 2008

Recensire

Recensire è un bel dire. Intanto in italiano significa, tra l'altro, scrivere una recensione, cioè una sorta di "valutazione" di qualcosa. Ora, il senso stesso di "valutare" sta nel nome che sostanzia il verbo "recensire", e cioè in censo che, sempre presso i latini, stava ad indicare il complesso dei cittadini e dei loro patrimoni, questi ultimi dichiarati (radice *kens- = dichiarare) per determinare=valutare il tributo imposto. La radice *kens-, forse, arriva dal sanscrito çamsati, che è il senso del recitare elencando, magari versi.
Nell'antica Roma, il censore "era anche ciascuno dei due magistrati incaricati di compiere i censimenti, di sorvegliare i costumi dei cittadini e di amministrare i beni dello stato" (De Mauro - Paravia). C'è un sensibile legame tra il dichiarare e, nell'atto di farlo, il valutare, l'affiancare all'elenco la misura, di derivazione oggettiva o soggettiva. Soggettiva, per esempio, nella censura che definisce un'opera (o una intenzione...) "diabolica", una pratica "inadeguata", un film "propaganda". La censura è un brutto aspetto del recensire: è selezionare-valutare una cosa per toglier(se)la di mezzo.
La censura è Recensione dotata di forbici.
Preferisco nettamente il recensire senza forbici, anche quello netto o severo, si intende, ma pur sempre aperto ad ulteriore recensione, non foss'altro perché non si sono recisi né il recensito, né la recensione :-)

Detto ciò, visto che un poco di autopromozione non fa male, lascio a seguire qualche mia soggettiva-personale-criticabile-affondabile e via dicendo "recensione", gentilmente ospitate sul sito Cinemalia, di alcuni film che hanno destato il mio interesse.
Vero, sono un pigrone e ho tante recensioni di altri film ancora nel cassetto, così come di molti libri: mi riprometto di 'recitare elencando a me stesso' le cose che non sto facendo e... , chissà, magari re-censirò almeno quelle!

Ci si vede!

P.S. Al 04/10/2010 gran parte dei link sopra sono morti... potete trovare un aggancio alle recensioni a questo link
 

martedì 26 agosto 2008

Tracce

Talvolta è utile anche ripercorrere vecchi sentieri.
Ma con scarpe nuove.

domenica 24 agosto 2008

Bucare (attraverso) il video. L’azione inter(net)mediata.

Un paio di anni fa mi imbattei, credo grazie ad un articolo di Repubblica, su un tipo particolare di ‘attività venatoria’, reale, ma mediata da un sito, reale pure quello.
A fine del post trovate un aggiornamento (non esaustivo, ma potete seguire da voi le tracce…siamo in internet :-) su come la questione è andata a finire (o procede in modi diversi). Ecco invece che cosa notai e scrissi allora…

Real Time, On Line, Hunting and Shooting Experience

LIVE-SHOT is a new concept. You can challenge yourself and compare your skills to other members with our on-line target shooting. We have developed a system where you can control a pan/tilt/zoom camera and a firearm to shoot at real targets in real time.
(estratto dal sito:
www.Live-Shot.com, ora off)



Internet è da sempre stata collegata all’idea di connessione tra persone, indipendentemente dalla rispettiva localizzazione geografica. In quanto medium, essa ha fatto da ponte per superare le distanze tra gli utenti, garantendo la possibilità di un’esistenza attraverso la rete. L’idea di ponte per attraversare e collegare sponde diverse, con relativa possibilità di trasferire da una sponda all’altra fardelli digitali, è realizzata secondo modalità diverse nei sistemi di chatting, videoconferenza, comunità virtuali, blog con relativi feedback, videogiochi on line e via dicendo.
In tutti questi casi persone reali comunicano tra di loro, creando una sorta di superficie di trasmissione della conoscenza che si affianca a quella quotidiana dei contatti reali, cioè tipici dei luoghi reali: la casa, le strade, i bar, gli uffici, le stazioni, in altre parole: il mondo abitato.
Su questa superficie di trasmissione che è reale, almeno fintantoché la comunicazione si pone on-line, cioè è attiva, alimentata da una rete energetica e sostenuta da un protocollo di trasmissione dei dati, si possono formare aggregati altrettanto reali: gruppi di interesse, spazi di incontro condivisi temporalmente, luoghi per lo scambio di materiali digitali. Si possono inoltre sperimentare identità nuove, dissimulando chi si è nella vita di tutti i giorni e simulando chi si vuole essere, giocare ruoli che altrimenti non si potrebbero giocare e così via, il tutto in gran parte in una dimensione che è stata, specie all’inizio, connotata come realtà virtuale.
Che poi, tanto virtuale non è, visto che c’è un medium reale che la fa esistere, degli esseri reali che vi interagiscono secondo certe regole, delle conseguenze reali, a livello comportamentale e cognitivo, che si possono constatare.
Rimane tuttavia il fatto che questo mondo virtuale, agli inizi, ha offerto solo alcuni tipi di intervento sul mondo reale. Erano interventi poco im-mediati, perché il medium era pesante, lento, limitato nelle sue forme di trasmissione. Come conseguenza, l’interazione era decisamente “telefonica”, cioè correva su un filo, ed era sostanzialmente l’agente reale che usava la tecnologia ad essere l’interfaccia, reale, di tutto il sistema. Per il resto il sistema era fondamentalmente chiuso, per quanto vasto ed in espansione.
Ora (nda: 2005), invece, i termini on-line, real-time, ecc. sono diventati più ricchi. L’azione sul mondo non è solo più prevalentemente dialogica con altre persone, o informativa: ora il medium davvero tenta di scomparire, per consentire un’estensione quasi meccanica e quanto più diretta possibile dell’azione individuale sulla realtà. Si può acquistare in rete, vendere in rete, vedere panorami in presa diretta e scegliere l’angolazione dell’oggetto che ci offre la visione. Si può addirittura, come si evince dall’estratto riportato sopra, sparare con proiettili veri in una località vera su obiettivi veri, viventi o meno. Il mouse permette di entrare, letteralmente, in un’azione sul mondo, che pare immediata, non mediata, quindi densa di valore simbolico: posso essere cacciatore, ne ho lo status effettivo, anche rimanendo a casa. Attenzione! Anche prima potevo essere cacciatore da casa attraverso dei programmi di simulazione del mondo esterno graficamente sempre più coinvolgenti. Anche prima potevo intervenire su oggetti in movimento del tutto verosimili. Ma appunto qui sta il discorso: vero-simili, non veri. La distinzione è davvero, in questo caso, un salto ontologico.
Che cosa comporta questa evoluzione forsennatamente spinta verso un medium che possa garantire manovre così ampie sulla realtà, delocalizzate forse, ma che si attuano in un luogo ben preciso, in grado di garantire status e di generare differenza tra chi interagisce nello spazio virtuale e chi, attraverso questo stesso spazio, spazia su quello reale?
Prima che sulle conseguenze è opportuno ragionare sulle motivazioni. Che sono umane e che andrebbero lette da un punto di vista zoologico ed antropologico. Zoologico, perché occorre un’analisi dell’animale uomo e delle sue necessità in quanto animale. Antropologico, perché occorre un’analisi delle forme di interazione complesse che l’animale uomo ha adoperato dopo aver occupato così pervasivamente il pianeta.
Come osserva
Desmond Morris, ogni classe, ogni gruppo, ogni frammentazione serve a ricuperare una dimensione tribale che permetta di individuare posizioni reali chiare tra esseri reali identificabili. Necessità molto sentita dall’uomo, tanto più da quando si è trasferito in habitat non propri, e necessità “risolta” grazie alla innata creatività dell’Homo Sapiens Sapiens. Così, probabilmente, abitare in modo nuovo ogni nuovo mondo è una deriva delle spinte al successo che l’animale umano si porta dentro. Acquisire qualità che derivano da conseguenze reali senza l’esistenza reale di quelle qualità è per l’uomo una pacchia (esempio: acquisisco la qualità di ‘hunter’, cacciatore, senza dovermi addestrare e farmi il mazzo nel mondo ‘reale’ per diventare cacciatore. Tanto, per quel che ne vale, nel mondo inter(net)mediato lo risulto comunque…). L’uomo può fondare nuovi sottogruppi che liberano nuovi spazi per poter affermare sé e la propria posizione.
Conseguenze: sempre più alla ricerca del dominio sul mondo usando un altro mondo, quello mediato, in un altro modo, quello immediato. È terreno per il conflitto. E per la discussione.

Ora ecco l’aggiornamento promesso. La questione del cacciare tramite internet (che lo stesso fondatore del sito, il texano cacciatore e imprenditore John Lockwood, individuava quasi come una missione umanitaria, in quanto, sosteneva, rendeva possibili anche ad un disabile sport che gli erano negati… - non entro qui nel discorso se la caccia sia uno sport, perché ci manda direttamente off-topic) viene dibattuta in diversi Stati, per lo più Americani, e risolta in senso di divieto nella maggior parte.

Per chi fosse interessato a seguire la questione, propongo alcuni link da cui partire:
- Blogcritics.org (21/08/2005) dove un certo blogger (DrPat) imposta il problema;
-
Human Society of U.S. (30/04/2008) dove The Human Society of The U.S., in un breve articolo, nelle sezioni Facts e Timeline, offre una sintesi delle attività svolte ed in corso in merito alle forme di caccia inter(net)mediate

Nota disambigua: Live-Shot è anche un omonimo (ed innocente!) show televisivo amaricano…non lasciamoci distrarre ;-)

A presto!

sabato 23 agosto 2008

David Shea, Zen Garden et alias

A proposito di Template, doverosamente richiamo anche in questo luogo il sito Zen Garden (Italia), voluto dal Web Designer canadese David Shea, che mostra la potenza e versalità di una tecnologia nota come CSS (Cascading Style Sheet) nel generare i template più diversi e... accattivanti.

La pasta scuoce, vi risaluto!

Tempo e Template

Vale per tutto, ma il tempo è risorsa preziosa ancor più quando si parla di blog.
Credo che sia un problema di mancato adattamento. Adattamento della specie umana al blog, intendo. O forse, piuttosto, agli strati che soggiaciono ad un blog, che non sono poi così trasparenti come vogliamo credere.
Sì, perché in un
blog, il tempo non è solo quello del post, cioè il tempo impiegato per scrivervi qualcosa ogni tanto. Il tempo è soprattutto quello (anche se forse solo puntuale, che so, quando lo si crea, quando lo si termina, quando ne si ridefinisce il look, e così via) di decidere la presenza, intesa come 'vera apparenza' ;-) del blog.

Ecco allora che stasera ho dis(perso) abbastanza tempo per trovarmi una apparenza bella e pronta tra le tante che ti offrono in rete: cioè, un
template.

Il template ti consente di impaginare e controllare graficamente quanto sta sul tuo blog ma, si sa, la tentazione di adattamento e modificazione, che è parte del processo di personalizzazione o, inglesando, customizzazione, è impressionante. E non si è mai contenti. O, almeno, io non sono quasi mai contento di come si sta presentando qualcosa che sto facendo e la tendenza al mutamento è continua.

Ecco allora che:

  • o cerchi in rete, tra videate di micro snap-shot, quella che meglio approssima la sagoma mentale che hai per il tuo blog o,
  • provi a modellarne una tu, partendo da ciò che vedi, da qualche consiglio che leggi, da amici che interpelli, o da qualche Manuale che nel proprio Assoluto Sapere avrà anche la Via per te.

Insomma, l'esigenza e la voglia di presentare le cose sul web in un certo modo è sempre più pressante ma, e concludo (tanto a questo punto ho violato almeno la metà delle regole che si addicono ad un ben et bel web writing), mi sembra che non sia ancora disponibile quella naturalezza dell'impa(o)stare sul web come con una penna sulla carta, con la plastilina tra le dita o con il cucchiaio per il sugo nell'intingolo profumato.

Umm... la cena mi chiama... ciao!

giovedì 21 agosto 2008

Saluto

E' piuttosto semplice.
Il primo dia-logo con chiunque, tra cui pure la propria mente, inizia con un saluto.

Dunque: ciao, a presto!