In Italia siamo arrivati al punto che, al momento di ritirare un'automobile, dopo normale cambio gomme invernali e manutenzione, il responsabile del concessionario possa fare in sequenza, di fronte al cliente e poi contro il cliente le seguenti azioni:
- insulti una propria dipendente di fronte al cliente, impedendole di compiere il proprio lavoro (emettere fattura)
- dopo che il cliente ha fatto notare che ci si può comportare con più moderazione, il responsabile del concessionario:
- insulti ulteriormente il proprio personale
- insulti il cliente (il sottoscritto) che non si è fatto i ca##i suoi
- chieda al cliente il numero di cell per mandare un CV alla concorrenza, visto che la casa madre (che gli dà lavoro!) è incompetente (cioè: vendi auto di quella casa madre e di fronte al cliente dici che è una schifezza e che sono babbioni che non gli fanno chiudere i conti... mah, vedete voi)
- insulti il cliente che è, dal suo punto di vista, un "fottuto dipendente pubblico"
- insulti il cliente che "ha una bocca solo per parlare a vanvera"
- non ascolti quanto il cliente ha da dire e gli chiuda (davvero!!!) in faccia una porta (di quelle pesanti, a prova di botta, non so se si intende)
- quando il cliente, irritato, lo manda a fare in c##o, il gerente ritorni "quasi" per dargli un pugno, ma si fermi all'ultimo pensando (forse) alle conseguenze
- se ne vada mandando di nuovo a quel paese il cliente...
Ora, signore e signori, dove può accadere un agire così "fuor di sesto"?
In Italia: solo qui.
Poi il cliente provvede a segnalare la cosa alla casa madre straniera (sollecita, attenta e cortese) e si apre un dossier.
Come finirà?
Non lo so. Il cliente non vuole soldi, non vuole vendetta, non vuole nulla se non il rispetto delle persone e della giustizia che, nella figura di questo gerente della DI AUTO SRL di Via Marie Curie 1 di Ciriè, sono state tutte e simultaneamente calpestate.