mercoledì 29 dicembre 2010

SUI LIBRI e VERSO IL 2011

Perché leggo molti libri? Perché ritengo che punti di vista diversi su un elemento o su più elementi possano arricchire la limitata comprensione di quanto mi sta intorno.
Per comprendere, oltre al ragionamento individuale che nasce tra sé e sé e, se si è fortunati, nel dia-logo con tanti altri, occorre anche prendere in sé i pensieri altrui lasciati scritti e cercare di formulare ipotesi su di essi, per ampliare il proprio campo mentale e visivo. Il rischio è credere nella parola in sé; ma lo valuto molto meno rischioso di non conoscere la parola per nulla, tanto in sé, quanto in relazione alla realtà.
Ho letto, in questi giorni, "La coda lunga" di C. Anderson, rivisto "Giocati dal caso", di N. Nassim Taleb, letto "Imparare democrazia", di G. Zagebelsky, "World Wide We", di Mafe de Baggis, "La libertà ritrovata", di F. Schirrmacher, "Senza colpa", di F. Cimatti, "La manomissione delle parole" di G. Carofiglio", "La scuola è di tutti", di G. De Michele e "Lettera ad una professoressa" del gruppo di Don Milani, in una versione eccezionale, ritengo, LA versione in cui debba essere letta la 'lettera'.
Ho smesso di postare qui le recensioni: le lascio, lievi, su aNobii, per pigrizia e comodità.
Perché recensisco? L'ho già spiegato mesi fa in questo blog, per cui potete cercare, ma voglio ricordare qui che la recensione è un passaggio molto personale che mi serve per 'puntellare' il testo letto nella memoria, per ancorarvi le idee migliori (o le peggiori!) che nei libri mi è parso di intravvedere.
Scrivere è un modo per ricordare. Se non fossi pigro, oltre a scrivere, sento che dovrei affiancare ad ogni recensione una mappa mentale, perché sarebbe l'unione della logica lineare del discorso con quella radiale del pensiero. Forse un giorno ci riuscirò. Magari nel 2011.
Scavalchiamo con responsabilità, rigore e coscienza l'anno nuovo. Che è pur sempre un nuovo inizio.
Auguri a tutti.