Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA di un sintetico, ma pregnante elenco dei dispositivi strategici per abbattere la capacità di analisi e critica attraverso la comunicazione. Una sorta di Noam Chomsky in pillole. Quelle che fanno bene alla salute.
Fonte: http://www.visionesalternativas.com.
Blocco appunti per ragionare, cioè -più o meno- parlare, almeno ogni tanto, con la propria mente...
sabato 25 settembre 2010
venerdì 3 settembre 2010
I VOLTI DELLA MENZOGNA
...gli indizi dell'inganno nei rapporti interpersonali... di Paul Ekman
Questo testo di Paul Ekman, scritto nel 1985, è un tentativo, sistematico, di divulgare presso il pubblico i risultati allora raggiunti nell'ambito della ricerca sulle espressioni facciali e, per esteso, dei segni distintivi della menzogna.
Il testo sintetizza il quadro teorico alla base dell'approccio pragmatico con cui avvicinarsi agli indizi (potenzialmente) rivelatori della menzogna. Il riconoscere la menzogna è una competenza che si può acquisire, una volta individuato che cosa si deve cercare, ma che, per fornire risultati utili ed attendibili, richiede un intenso esercizio pratico, non essendo così naturale per l'essere umano riconoscere le tecniche, consapevoli o meno, di chi sta mentendo. Quel che si sostiene è quindi che, sapendo che cosa cercare nella voce e nel comportamento non verbale, oltre che verbale, è in parte possibile rilevare gli indizi che rivelano la menzogna.
Come può accadere? In genere, evince Ekman dai suoi studi sulle espressioni e sul comportamento emotivo, quando proviamo emozioni, "ciascuna di esse scatena una sequenza di segnali che le è propria, e che si manifestano nel linguaggio del corpo, nella voce e nelle espressioni del volto". Si tratta di un comune denominatore biologico, relativamente costante tra le diverse popolazioni, soggiacente ad altre manifestazioni improntate alle diversità culturali.
Imparare a riconoscere la menzogna può indurre a due comportamenti importanti: aiutare chi sta male e difendersi da chi tenta di fare o farci del male. Sempre che, osserva Ekman, non diventi un'ossessione!
Un capitolo interessante, tra gli altri, è quello sul poligrafo, o macchina della verità, in cui l'autore evidenzia tutti i limiti di una utilizzazione indiscriminata e non consapevole di che cosa 'legge' lo strumento. In quanto tale, infatti, esso legge, simultaneamente, alcune modificazioni in più indicatori corporei (sudorazione, battito del cuore, tensione muscolare, ...), cioè, di fatto, rileva la presenza di un'emozione o, più genericamente, una alterazione dello stato fisiologico dell'individuo. Questa modificazione, tuttavia, può essere o non essere correlata alla presenza della menzogna: si pensi all'ansia che prova un innocente nel sottoporsi al test del poligrafo; essa è una dimensione esperenziale di disagio reale e il poligrafo la identifica quale tale. Ma potrebbe essere causata dallo stress dovuto al timore di non essere creduto. Per questo è essenziale integrare che cosa ci 'dice' il poligrafo con altri indizi, maggiormente inequivocabili, relativi al mentire. Per evitare che un innocente diventi colpevole... a causa delle proprie normali e sane emozioni!
In fondo al testo, una serie di tabelle molto utili fornisce informazioni dettaglianti i vari casi di relazione/correlazione tra stati emotivi/tendenza alla menzogna/rapporto inquisito-inquisitore, particolarmente pertinenti per formarsi un quadro concettuale solido delle potenzialità e delle limitazioni delle ricerche descritte.
Una nota da tenere bene presente: non crediate, dopo aver letto il libro, di essere più bravi a riconoscere le menzogne... un po' di esercizio ci vuole!
Per fare un buon esercizio pratico, ci si può allenare con F.A.C.E. Training, un sistema di addestramento on-line, non gratuito, che si trova sul sito di Paul Ekman.
A breve seguirà una recensione al testo "Te lo Leggo in Faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste", sempre di Paul Ekman, ma più aggiornato in merito a teoria e metodo.
Questo testo di Paul Ekman, scritto nel 1985, è un tentativo, sistematico, di divulgare presso il pubblico i risultati allora raggiunti nell'ambito della ricerca sulle espressioni facciali e, per esteso, dei segni distintivi della menzogna.
Il testo sintetizza il quadro teorico alla base dell'approccio pragmatico con cui avvicinarsi agli indizi (potenzialmente) rivelatori della menzogna. Il riconoscere la menzogna è una competenza che si può acquisire, una volta individuato che cosa si deve cercare, ma che, per fornire risultati utili ed attendibili, richiede un intenso esercizio pratico, non essendo così naturale per l'essere umano riconoscere le tecniche, consapevoli o meno, di chi sta mentendo. Quel che si sostiene è quindi che, sapendo che cosa cercare nella voce e nel comportamento non verbale, oltre che verbale, è in parte possibile rilevare gli indizi che rivelano la menzogna.
Come può accadere? In genere, evince Ekman dai suoi studi sulle espressioni e sul comportamento emotivo, quando proviamo emozioni, "ciascuna di esse scatena una sequenza di segnali che le è propria, e che si manifestano nel linguaggio del corpo, nella voce e nelle espressioni del volto". Si tratta di un comune denominatore biologico, relativamente costante tra le diverse popolazioni, soggiacente ad altre manifestazioni improntate alle diversità culturali.
Imparare a riconoscere la menzogna può indurre a due comportamenti importanti: aiutare chi sta male e difendersi da chi tenta di fare o farci del male. Sempre che, osserva Ekman, non diventi un'ossessione!
Un capitolo interessante, tra gli altri, è quello sul poligrafo, o macchina della verità, in cui l'autore evidenzia tutti i limiti di una utilizzazione indiscriminata e non consapevole di che cosa 'legge' lo strumento. In quanto tale, infatti, esso legge, simultaneamente, alcune modificazioni in più indicatori corporei (sudorazione, battito del cuore, tensione muscolare, ...), cioè, di fatto, rileva la presenza di un'emozione o, più genericamente, una alterazione dello stato fisiologico dell'individuo. Questa modificazione, tuttavia, può essere o non essere correlata alla presenza della menzogna: si pensi all'ansia che prova un innocente nel sottoporsi al test del poligrafo; essa è una dimensione esperenziale di disagio reale e il poligrafo la identifica quale tale. Ma potrebbe essere causata dallo stress dovuto al timore di non essere creduto. Per questo è essenziale integrare che cosa ci 'dice' il poligrafo con altri indizi, maggiormente inequivocabili, relativi al mentire. Per evitare che un innocente diventi colpevole... a causa delle proprie normali e sane emozioni!
In fondo al testo, una serie di tabelle molto utili fornisce informazioni dettaglianti i vari casi di relazione/correlazione tra stati emotivi/tendenza alla menzogna/rapporto inquisito-inquisitore, particolarmente pertinenti per formarsi un quadro concettuale solido delle potenzialità e delle limitazioni delle ricerche descritte.
Una nota da tenere bene presente: non crediate, dopo aver letto il libro, di essere più bravi a riconoscere le menzogne... un po' di esercizio ci vuole!
Per fare un buon esercizio pratico, ci si può allenare con F.A.C.E. Training, un sistema di addestramento on-line, non gratuito, che si trova sul sito di Paul Ekman.
A breve seguirà una recensione al testo "Te lo Leggo in Faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste", sempre di Paul Ekman, ma più aggiornato in merito a teoria e metodo.
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