venerdì 30 luglio 2010

UNIVERSITAS

Nel mondo della complessità, anche le università si possono considerare... organizzazioni complesse. Con una piccola deviazione dal tema prettamente scientifico del 'complesso', illustro qui in poche righe il testo di Andrea Graziosi "L'università per tutti. Riforme e crisi del sistema universitario italiano".
Il testo di Graziosi Andrea è un breve libretto, conciso e scritto in modo chiaro e consequenziale, che offre una lettura dell'Università italiana nella sua evoluzione storica. E' scritto, infatti, da uno storico che, peraltro, nei suoi studi, si è concentrato sull'analisi dei regimi sovietici. Questo gli dà spunto per introdurre acute osservazioni rispetto alla pianificazione statale e all'autonomia. Focalizza inoltre con grande efficacia i temi della differenziazione e della diversità tra studio universitario e formazione professionale, nonché tra università orientate alla ricerca e università orientate alla didattica (che esistono, separatamente, nei modelli statunitense ed anglosassone). Il testo richiede al lettore di conoscere un minimo il mondo universitario, ma ha il pregio di introdurlo ad un viaggio nel tempo dell'Università, evidenziando, in ogni capitolo, i punti salienti del processo di modificazione dall'università di élite a quella di massa, sviscerando, dati statitistici alla mano, i pro e i contro dei diversi interventi legislativi intervenuti nel settore.
Il valore del testo sta nella sintesi che non è sola descrizione dell'accaduto, ma revisione dello stesso alla luce degli sviluppi sulle teorie del capitale umano, sul tipo di bene che l'università offre o potrebbe o dovrebbe offrire, sul confronto internazionale, specificamente con le realtà statunitensi ed anglosassoni, svolto in modo ragionato e del tutto privo di retorica. Non troverete un testo che si lamenta di questo e di quello, che parla di baroni e baronetti, di sprechi e via dicendo: il testo è analitico, non scritto da un giudice in base a 'quel che si dice', ma da un professore che, limpidamente, analizza che cosa è successo dalle prime leggi di inizio secolo scorso alla riforma attualmente in Parlamento.
Proprio ragionando sull'Atto del Senato 1905 il libro conclude, non tanto pre-figurando ipotetici utopie, quanto stringendo su quanto è presente nell'Atto citato per stimolare ragionamenti e riflessioni sulle consequenze di diverse opzioni e direzioni.

Se volete un manuale che riporti tecnicamente la struttura dell'ordinamento delle Università, aggiornato al 2005, senza dubbio un buon testo è "Il sistema universitario italiano. Normativa e operatività. Con CD-ROM", di Matelda Grassi, di cui ho fornito una breve recensione su aNobii: un testo estremamente ben compilato e completo che consiglio per tenersi aggiornati sull'impianto amministrativo delle Università, almeno sino al 2005, quando il libro è stato edito.
Confidiamo in una riedizione aggiornata!

Se siete invece alla ricerca di una serie di testi nei quali gli autori si sono 'sporcati le mani' nella materia, creando veri e propri progetti di ampio respiro,  introducendo e testando strumenti innovativi e sperimentali nel contesto italiano, potete leggere "I Quaderni" del Comitato del CNVSU, editi da Il Mulino: una breve sintesi dei principali si può trovare presso il sito del CNVSU.

Inoltre, sempre per le edizioni Il Mulino, con riferimento ai sistemi contabili delle università italiane, merita citare: "Esperienze di contabilità economico-patrimoniale nelle università", a cura di Marco Tomasi e Giuseppe Catalano, nonché "La contabilità economico-patrimoniale nelle università. Aspetti metodologici e principi contabili", a cura di Giuseppe Catalano.


Infine, sempre considerando progetti di sperimentazione entro e tra le Università, cito il testo, edito da Marcianum Press, "Management nelle università e negli enti di ricerca", a cura di Giuseppe Catalano, Michela Arnaboldi, Fabio Poles, testo che raccoglie una sintesi dei project work svolti per il Master della scuola SUM del MIP - Politecnico di Milano.  
Seguirà l'edizione aggiornata relativa ai lavori della terza edizione del Master (2008-2010).

mercoledì 28 luglio 2010

MACCHINE ED ESSERI VIVENTI

Il testo "Macchine ed esseri viventi. L'autopoiesi e l'organizzazione biologica" (nella edizione Astrolabio Ubaldini, 1972, 1992) dei biologi, neuroscienziati, epistemologi e filosofi cileni Humberto Maturana e Francisco Varela, si prefigge uno scopo chiaro e unico: definire un sistema vivente senza che la definizione dello stesso dipenda da elenchi di proprietà, da descrizioni afferenti a diverse discipline (e, quindi, legate necessariamente al punto di vista di un osservatore delle stesse), da elementi di processo eterodeterminati e via dicendo.
Per ottenere tale (ambizioso) scopo, gli autori, che si riconoscono pur sempre come osservatori, e quindi limitati nella descrizione dalla struttura implicita dei loro sistemi cognitivi, introducono il 'concetto' di autopoiesi, che si fonda esclusivamente sul sistema in quanto tale. Tutto il libretto è concentrato a sganciare l'autopoiesi da ogni altra forma di descrizione del vivente che presuma qualunque proprietà non intrinsecamente determinata entro (e dalla) unità vivente stessa.
In quest'ottica, anche l'evoluzione, l'apprendimento, la formazione sociale e altri fenomeni osservabili, vengono elaborati prima chiarendo sempre il 'concetto' base di autopoiesi, quindi escludendo l'osservatore dall'ambito di influenze definitorie del sistema che non siano autopoietiche, ossia che non considerino lo stesso come una unità che si definisce da sé, sommariamente in questo modo: "Una (unità) macchina autopoietica è una macchina organizzata come sistema di processi di produzione di componenti; tali processi sono collegati tra loro in modo da produrre dei componenti che, a loro volta: 1. generano i processi (relazioni) di produzione che li producono mediante le loro continue interazioni e trasformazioni e 2. costituiscono la macchina come un'entità nello spazio fisico" (pag. 31, op. cit.).
Il criterio distintivo della vita, per il principio autopoietico, è il mantenimento della sua stessa organizzazione. Qualunque sistema che abbia tale caratteristica può, a tutti gli effetti, essere detto vivente, qualora la produzione dei propri elementi di base sia in grado di (ri)produrre ricorsivamente gli elementi che li producono. Insomma, il sistema produce continuamente se stesso.
Senza entrare in ulteriori dettagli, c'è da dire che il testo, nella edizione Astrolabio Ubaldini del 1992, è tradotto bene, con precisione e avvalendosi di un lessico ripetitivo, ma scorrevole, che favorisce il legame coonsequenziale e logico tra i concetti. Fantastica è poi la prefazione di Alejandro Orellana, che prepara il lettore ai concetti proposti nel testo, lo contestualizza storicamente ed evidenzia la rilevanza conoscitiva della fenomenologia del vivente come argomentata dagli autori. Ritroviamo un'altra traduzione ed introduzione all'interno del più ampio testo "Autopoiesi e cognizione. La realizzazione del vivente", sempre per le edizioni Marsilio, ma 1985, in cui mi pare, tuttavia, che il testo originario risenta di una traduzione meno stringentemente concatenata. Scriverò a breve una  prossima recensione dell'ultimo testo citato.

lunedì 19 luglio 2010

SIMPLICIO, COMPLESSIO E L'INFORMAT(IC)O

Il testo "Complessità 2000", di Silvio Cammarata, informatico e, in questo testo, divulgatore scientifico, tenta una sintesi delle teorie dei sistemi, da questa cercando di introdurre alcuni elementi della logica della complessità.
L'intento è buono, tanto che l'autore dà al suo testo la forma di un dialogo tra l'umanista Simplicio e il sostenitore delle scienze 'hard' Mr. Complessio, in questo riprendendo la forma del dialogo, entro cui, secondo una antica tradizione, si può sviluppare il sapere e la conoscenza.
La realizzazione lascia però perplessi. Infatti, pur dimostrando un'apertura al dialogo inteso come modo di "mettere in comune", tra due o più interlocutori (e così diffondere), un significato negoziato, tuttavia Cammarata non riesce nell'intento di uscire dalla sua (metodo)logica informatica, con la conseguenza che gli esempi, pur chiari e senza dubbio pertinenti, sono quasi sempre legati al mondo dei bit e dei giochi matematico-informatici, lasciando deluso il lettore che vorrebbe spaziare entro "Complessità 2000", che sembrerebbe intendere, almeno nel titolo, un'esposizione a tutto tondo dell'argomento in oggetto. Per questi lettori consiglierei più "Prede e Ragni", di Comello e De Luca o un testo reportistico e, in un certo modo, dialogico, quale "Complessità. Uomini e idee al confine tra ordine e caos" di Waldrop o la raccolta di saggi a cura di Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti "La sfida della complessità".

Con questo nulla si toglie al testo di Cammarata che, nella mia percezione, si rivela meno appassionante ed empatico di altri testi sul tema. Utile però per le teorie dei sistemi, in esso ben spiegate e semplificate. Simplicio, in questo, sarà soddisfatto.

Ecco il contenuto dell'opera:

Indice
Dialogo primo - Sistemi
Dialogo secondo - Dinamica dei sistemi
Dialogo terzo - Modelli di sistemi
Dialogo quarto - Sistemi che apprendono
Dialogo quinto - Sistemi che evolvono
Dialogo sesto - Sistemi che si autoproducono
Dialogo settimo - L'azienda come sistema vivente

Qualche altro dato sul testo:
Formato: Illustrato
Pagine: 276
Lingua: Italiano
Editore: Etas
Anno di pubblicazione 1999
Codice EAN: 9788845309434